Scelta della protesi
Attualmente la moderna tecnologia ci consente di avere a disposizione una vastissima tipologia di impianti mammari che possono essere tra loro differenziati in base alla FORMA (protesi tonde o anatomiche) alla caratteristica della loro SUPERFICE (liscia, testurizzata-rugosa o rivestita da una pellicola in poliuretano) e alle caratteristiche FISICHE del loro contenuto (il gel di silicone contenuto nelle protesi di ultima generazione può essere un gel +o- consistente). Inoltre, in considerazione dell’evoluzione tecnologica raggiunta dalle maggiori aziende produttrici, la DURATA della protesi è da considerarsi illimitata nel tempo. La scelta dell’impianto più idoneo è una scelta che io discuto con la paziente al momento della visita.
Via di accesso
Esistono diverse vie di accesso, la via PERIAREOLARE e quella INFRAMAMMARIA (dal solco mammario). Anche in questo caso la scelta può dipendere dalle caratteristiche fisiche della paziente (ad esempio un’areola troppo piccola esclude la possibilità di un accesso periareolare). Io personalmente prediligo la via periareolare in quanto è quella che mi permette di avere una visione “ottimale “ del campo intraoperatorio. La cicatrice che ne residua è una cicatrice che, cadendo lungo il margine di confine dell’areola, viene facilmente mascherata.
Posizionamento della protesi
La protesi può essere posizionata a LIVELLO SOTTOGHIANDOLARE o a LIVELLO SOTTOMUSCOLARE. Attualmente la sede sottomuscolare, anche se tecnicamente più impegnativa è quella che garantisce risultati più soddisfacenti in quanto permette di ridurre il rischio di CONTRAZIONE CAPSULARE o il fenomeno del RIPLING (onde) o la comparsa di INCRESPATURE, complicanze che aumentano con il posizionamento della protesi in piani più superficiali soprattutto in pazienti particolarmente magre e con scarsa quantità di tessuto mammario ghiandolare.